Il 16 dicembre è stato presentato a Roma il XI Rapporto sulla Qualità dell’ambiente urbano realizzato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (ISPRA/ARPA/APPA) e frutto del lavoro coordinato e condiviso dall’intero Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente e della collaborazione con Enti e Istituti di livello nazionale.
L’edizione 2015 del Rapporto presenta i dati relativi alle principali tematiche ambientali in 85 Comuni capoluogo di provincia, con l’obiettivo di divulgare la migliore informazione ambientale disponibile a livello nazionale.
Si riporta di seguito un estratto dei dati relativi alla tematica dell’inquinamento acustico, riferiti all’anno 2014.
Il Piano di Classificazione acustica risulta approvato in 58 delle 85 città considerate, corrispondente ad una percentuale del 68%.
La Relazione biennale sullo stato acustico del Comune, obbligatoria nei Comuni con popolazione superiore a 50.000, risulta elaborata in 13 delle 80 città con popolazione superiore a 50.000 abitanti tra quelle considerate, ed il Piano di Risanamento acustico comunale risulta approvato in 14 città.
Solamente in 13 città sono stati effettuati studi sulla popolazione esposta al rumore, condotti sia in conformità alle prescrizioni introdotte dalla Direttiva 2002/49/CE, sia in anni precedenti all’emanazione della norma comunitaria, e realizzati quindi mediante differenti metodologie. La sorgente di rumore prevalente in ambito urbano risulta essere il traffico veicolare, con percentuale di popolazione esposta anche superiore al 40% appartenente all’intervallo di valori Lden tra 65 e 69 dB(A).
Riguardo ai controlli del rumore, sono state effettuate 1332 attività di verifica attraverso misurazioni acustiche, il 94% delle quali avvenute a seguito di esposto o segnalazione dei cittadini; nel 52% dei controlli sono stati rilevati superamenti dei limiti normativi.
Lievi sono gli scostamenti rispetto ai dati del 2013, che evidenziano il perdurare di un insufficiente stato di attuazione degli strumenti normativi vigenti, mentre occorre registrare una diminuzione delle attività di controllo rispetto all’anno precedente (-17%).
CONDIVIDI