Il 21 ottobre scorso la Camera ha approvato in via definiva la Legge Europea 2013 bis, contenente delega al Governo per l’armonizzazione della normativa italiana alle direttive 2002/49/CE, 2000/14/CE e 2006/123/CE.
Il lavoro di revisione che attende il Governo è di notevole portata.
Dovranno innanzi tutto essere riviste le disposizioni nazionali in materia di acustica ambientale il cui campo di applicazione interseca le materie trattate dalla direttiva 2002/49/CE. In questa sede basti ricordare che sono interessate le maggiori fonti di rumore ambientale, ovvero, ad esempio, infrastrutture stradali, ferroviarie e aeroportuali che superano determinate soglie dimensionali.
In secondo luogo, la direttiva 2000/14/CE, recepita in Italia con il D.Lgs. 262/2002, riguarda la dichiarazione della potenza sonora garantita di (determinate categorie di) macchine destinate a funzionare all’aperto, quali macchine movimento terra, escavatori, ecc.
La necessità, poi, di adeguarsi alla direttiva 2006/123/CE, “relativa ai servizi del mercato interno”, costituirà l’occasione per rivedere la controversa figura del “Tecnico Competente in Acustica”, si auspica prevedendo idonei percorsi di formazione.
Non rimane esclusa dallo spettro degli argomenti da trattare nemmeno l’acustica in edilizia, per la quale la Comunitaria prevede che siano individuate procedure semplificate di applicazione della normativa nazionale di settore. Al riguardo, è notizia di questi giorni che l’articolo 17 del decreto “Sblocca Italia” dovrebbe prevedere un percorso che porti all’adozione del “Regolamento Edilizio Unico”.
Affinchè quanto stabilito dalla Comunitaria si concretizzi in un’occasione di positivo sviluppo della normativa (e della prassi) in materia, l’Associazione Italiana di Acustica, già da qualche mese, ha previsto l’istituzione di specifici gruppi di lavoro, con il compito di elaborare documenti a supporto dell’azione del Governo.
CONDIVIDI